Leggo dunque Sono
Ci troviamo di fronte a un libro straordinario che getta luce su una realtà complessa e contraddittoria: l'Afghanistan, terra di antiche culture, tradizioni e scontri tribali, dove le donne affrontano sfide inimmaginabili e dove la religione e la politica si intrecciano in modi che sfidano la comprensione. Mario Grasso ci guida attraverso una storia avvincente che coinvolge un'artista e un giovane talebano, offrendo una prospettiva unica su una terra in cui le donne sono indiscutibilmente le vittime principali di un sistema che sembra mettere ostacoli insormontabili sul loro cammino verso l'uguaglianza e la libertà. Il burqa, pur essendo un simbolo potente di questa oppressione, non è l'unico problema che affligge le donne afgane.
La storia di questo giovane talebano ci mostra che gli afghani sono intrappolati in una lotta imposta da forze al di sopra delle loro teste, costretti a seguire ideologie e ordini che spesso non comprendono appieno o condividono. Ciò solleva importanti domande sulla complessità della situazione in Afghanistan e sulla necessità di considerare le persone coinvolte come individui, piuttosto che etichettarle con generalizzazioni.
Il libro tocca inoltre l'argomento delle faide tribali, che persistono in questa terra martoriata dalla guerra, spesso in nome di codici e tradizioni che non hanno fondamento nel credo religioso. È un richiamo a riflettere sulle radici di questi conflitti e sulle possibilità di risoluzione.
La scrittura è coinvolgente e avvincente, facendo emergere l'umanità dei personaggi che potrebbero altrimenti essere dipinti con maglie stereotipate. "Il professore di Kabul" è una lettura che sfida i preconcetti, invitandoci a considerare i molteplici aspetti di un paese che è stato al centro di turbolenti eventi geopolitici per decenni.
In conclusione, vi invito a leggere questo libro, non solo per riflettere su una tematica così attuale e importante, ma per sognare e far vibrare le corde della vostra anima in modo tale da avere la consapevolezza, specie noi donne occidentali, della fortuna di poter essere libere. Quando scegliamo se tenere i capelli sciolti o farci la coda, non è un vezzo, ma il prodotto dei sogni di donne che hanno vissuto prima di noi e lottato per noi.
Il corpo che possediamo dalla nascita è di nostra proprietà. Solo il nostro buon senso e la nostra dignità possono decidere sulla nostra pelle. Leggere questo libro è rendersi conto di quanto possiamo fare per dare una svolta e un nuovo inizio.
Personalmente ritengo che questo libro possa far cambiare prospettiva sui nostri gesti quotidiani.
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